In ogni tempo e in ogni luogo le ebbrezze alcoliche sono state considerate come avvolte da un carattere magico, forse perché l’intossicazione etilica favorisce un movimento regressivo verso una istintualità nello stesso tempo ricercata e temuta, vissuta non soltanto come benefica, ma anche come pericolosa. Essa mette l’uomo davanti alle sue contraddizioni (in vino veritas).
Questo antagonismo spiega perché le società hanno sempre avuto atteggiamenti contraddittori nei confronti dell’alcool, passando dalla ritualizzazione e sacralizzazione alla sua interdizione. Questa dialettica si ritrova nei grandi temi mitici greci e romani ed anche cristiani, che danno tutti un posto importante all’alcool, simbolo della potenza virile e dell’integrità corporea.
Saper bere è nello stesso tempo segno di potenza sessuale e garanzia di padronanza del desiderio; storicamente considerato come privilegio dell’uomo (“Se non bevi, non sei un uomo”).
L’alcolizzazione occasionale può intensificare l’attività fantasmatica e favorire lo sviluppo dell’immaginazione erotica, stimolando così il desiderio sessuale, e, quindi i comportamenti sessuali. In altri casi, l’alcolizzazione transitoria, pur aumentando il desiderio sessuale, comporterà una lieve debolezza erettiva, un’eiaculazione troppo rapida o anche una difficoltà orgasmica.
Certe persone, al contrario, si sentiranno calmate, rassicurate e meno angosciate dopo aver ingerito uno o più drink ; esse potranno allora esercitare un migliore controllo sopra il timing dell’eiaculazione e vedranno migliorare la loro capacità orgasmica.
Una donna parzialmente frigida (frigidità secondaria) si potrà rilassare maggiormente, perderà le sue apprensioni e giungerà a un godimento soddisfacente dopo essersi modestamente alcolizzata.
Completamente diverso è il discorso nell’alcolismo cronico.
L’alcolismo epato-digestivo è l’alcolismo dei bevitori socievoli, caratterizzato da abusi quotidiani continui, spesso senza ubriachezza, ma con impregnazione alcolo-tossica progressiva e complicazioni somatiche, in genere epatotossiche; i fattori socioculturali, professionali, nutritivi e tossici vi giocano un ruolo primario.
Esiste però una forma grave maniacale dell’alcolismo digestivo, che comporta un’importante sindrome da carenza, una cirrosi epatica, altre turbe metaboliche e polineuropatiche, ecc.. ed evolve verso stati di deterioramento e degradazione.
In questi gravi casi di alcolismo digestivo, tutti con cirrosi alcolica del fegato, è frequente la diminuzione della libido e della potenza sessuale, molti presentano segni di desessualizzazione o femminilizzazione somatica relativa (con diminuzione dei peli ascellari, atrofia testicolare, ginecomastia, ecc..), ed un calo significativo dell’eliminazione urinaria dei 17-chetosteroidi.
Questi pazienti presentano i sintomi dell’impregnazione alcolotossica, caratterizzati da deterioramento istintivo-affettivo, diminuzione energetica, disimpegno progressivo nelle relazioni di coppia, calo del desiderio sessuale, rarefazione dei rapporti intimi, diminuzione della potenza sessuale e della capacità orgasmica.
E’ importante il fatto che questi pazienti, se accettano di farsi curare e sono collaborativi, possono recuperare su tutti i fronti e riacquistare le performances precedenti allo stato di intossicazione. Si tratta di soggetti senza turbe psicopatologiche prealcoliche; quindi le turbe sessuali incidono soltanto per un abbassamento funzionale quantitativo.
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Infine, l’alcolismo psichiatrico grave comporta quasi sempre un ribassamento delle funzioni sessuali (diminuzione dei bisogni e della potenza sessuale, incapacità orgasmica) ed una dissoluzione sessuale qualitativa che si traduce con il passaggio del malato ad attività sessuali indifferenziate, polimorfe, frammentarie, autoerotiche, di tipo preedipico.
Le relazioni amorose sono povere e sempre più a senso unico, cioè l’alcolizzato utilizza il partner come un oggetto funzionale. In questo tipo di relazioni, la componente sessuale andrà diminuendo sempre più di modo che la componente sadica cresca in proporzione inversa.
Quando questo processo di dissoluzione sarà ancora più avanzato, tutti gli investimenti libidici e relazionali faranno posto alla bottiglia, di modo che l’atto del bere sarà un vero sostituto sessuale equivalente all’orgasmo, ma che non può portare ad un’autentica gioia.
Anche per la forma psichiatrica dell’alcolismo cronico è possibile un recupero: la scomparsa della depressione di base, in seguito ad adeguata terapia, rinforzata da un farmaco androgeno in certi casi, permette al malato di recuperare la perdita funzionale nell’ambito sessuale.
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