mercoledì 8 febbraio 2017

SESSO E DROGA

SESSO E DROGA
Autore: Dott. Raffaele Lopreiato  Sessuologo Vibo Valentia

La ricerca artificiale del piacere è vecchia quanto il mondo. L’uomo scoprì casualmente che alcune piante, che avevano la capacità di alleviare il dolore, anche al di fuori di ogni indicazione terapeutica potevano procurargli piacere.

L’uomo, inoltre, ha sempre ricercato il piacere sessuale, condizionato in questo da potenti istinti vitali, e quindi da sempre è andato alla ricerca di sostanze capaci di indurre o di prolungare il piacere sessuale, di riaccendere il desiderio sessuale, di assicurare prestazioni sessuali assolutamente gratificanti.

Inoltre, avere una vita sessuale intensa può significare per l’uomo eterna giovinezza, cioè l’uomo può avere l’illusione che gli anni per lui non passano, che la vecchiaia e le morte sono molto lontane da lui, o che lui possiede la stessa performance sessuale di soggetti più giovani di lui.

Ecco dunque che l’uomo ha cercato sin dai tempi più antichi attraverso filtri e pozioni magiche di prolungare e di intensificare la sua attività sessuale. La maggior parte di queste sostanze, però, che in onore alla Dea Afrodite, furono chiamate afrodisiache, hanno dato soltanto illusioni e continuano a darle anche ai nostri giorni.

Volendo studiare l’influenza della droga sul comportamento sessuale, occorre innanzitutto intendersi sul significato della parola droga. Di essa esistono varie definizioni a seconda che essa sia vista dal punto di vista medico, farmacologico, tossicologico e legale. Qui ci occuperemo delle droghe illegali, cioè di quelle sostanze sulle quali esiste una precisa normativa di legge per quanto riguarda la loro produzione e il loro consumo, ma vogliamo ricordare che esistono tante droghe legali, utilizzate con la stessa motivazione delle altre, che sono socialmente accettate e sono largamente consumate; la più importante di queste droghe è l’alcool.

Esiste un grande dislivello tra il comportamento sessuale reale dei drogati e l’idea che se ne fa il grande pubblico.Invece, non è semplice stabilire dei correlati tra le due cose, l’assunzione della droga e il comportamento sessuale, anche perché ci sono importanti variazioni a seconda della droga utilizzata. Conviene quindi considerare separatamente i possibili effetti delle varie droghe sui comportamenti sessuali.

Cominciamo con i derivati della canapa indiana (cannabis), in specie la marijuana, che è molto diffusa nel nostro paese, soprattutto tra i giovani, che la considerano priva di effetti dannosi per la salute importanti. Si sa, invece, che anche la cannabis ed altre droghe definite leggere alla lunga si rendono responsabili di danni organici obiettivabili e soprattutto di importanti disturbi della personalità.

Per quanto riguarda l’influenza di questo tipo di droghe sul comportamento sessuale, i vari autori che hanno studiato il problema ammettono l’effetto disinibitorio della marijuana e dell’haschich, un po’ come avviene anche con l’alcool. A differenza dell’alcool, però, non sono anestetizzanti: la disinibizione e il leggero effetto sedativo indotti dalla droga facilita una più grande libertà nei rapporti sessuali individuali o di gruppo, ma i tabù rimangono e risorgono quando l’effetto della droga è terminato.

L’effetto afrodisiaco della marijuana sarebbe un effetto indiretto, dovuto all’azione disinibitoria e alla modificazione sensoriale che può provocare: per esempio, sensazioni di piacere prolungato a causa della distorsione soggettiva del tempo. La marijuana e l’haschich danno al rapporto sessuale una nuova dimensione, una grande intensità e una più lunga durata; intensificano il piacere e aumentano le capacità sensoriali, amplificano tutte le percezioni, anche se una parte di questi effetti è solo di natura psicologica. Inoltre, la marijuana favorisce una più grande capacità di erezione e di orgasmo, e ciò soprattutto all’inizio dell’utilizzazione della droga.

E già, perché, quando il consumo della droga diventa abituale, molte volte al giorno e per un lungo periodo, il desiderio e il comportamento sessuale tendono a diminuire e a passare in secondo piano, rispetto all’interesse per la droga stessa. Il drogato diventa passivo, e si concentra sui cambiamenti delle proprie percezioni e del suo stato di coscienza, fino a un vero e proprio stato di letargia. Subentra un certo disinteresse per il sesso: il fatto che i drogati spesso fumino in gruppo, dimostra che vi è una ricerca di empatia e un certo senso di fraternità tra quelli che fumano, ma questo non ha di certo un significato erotico. La droga diventa piano piano un sostituto del piacere sessuale, che, al contrario, diminuisce.

Va, infine, ricordato che molti ragazzi si danno all’utilizzazione della marijuana per problemi di salute sessuale: essi cercano attraverso la droga di liberarsi dai problemi sessuali e dalla mancanza di sicurezza interiore.

Per quanto riguarda gli allucinogeni, in primis l’LSD, da molti sono considerati degli afrodisiaci veri, cioè, capaci di provocare un aumento della libido e delle attività sessuali, mentre altri ritengono che l’effetto degli allucinogeni sull’attività sessuale sia piuttosto negativo. Il viaggio permane un’esperienza individuale, e anche se molte persone decidono di farlo insieme, la loro comunicazione resta minima. Il drogato si chiude in se stesso senza poter condividere emozioni e visioni. Il mondo della droga lo isola ed egli è rinchiuso dentro, senza desideri e senza scambi di tipo sessuale. Il drogato ha bisogno dell’altro, ma nello stesso tempo lo esclude.

Le persone che assumono anfetamine riferiscono una sessualità molto aumentata, specialmente quando le anfetamine sono iniettate direttamente in vena. Ciò procura loro un orgasmo in tutto il corpo, un’erotizzazione generale; inoltre, è presente un aumento dell’aggressività, delle preoccupazioni sessuali e di attività sessuali fino allora represse.

In altri termini, le anfetamine sono un vero afrodisiaco, avendo un effetto diretto sulla stimolazione sessuale; esse provocano grande euforia, maggiore sicurezza ed anche una grande aggressività.

Molte persone avvertono un’erezione contemporanea all’iniezione, e durante l’iniezione le donne possono raggiungere l’orgasmo. Spesso la coppia si inietta la droga durante l’amplesso per accentuare il piacere.

L’erezione può essere prolungata e a volte dolorosa, così prolungata che non si riesce ad eiaculare.

Dopo molti giorni di utilizzazione della droga, si accumula grande fatica, la potenza e l’interesse sessuale diminuiscono, e non sono infrequenti tendenze paranoiche. Il desiderio prevale così sulla sua realizzazione, il flash che si produce è molto forte, ma la depressione che ne segue è tragica, ciò che incita all’utilizzazione continua della droga.

Può emergere, nelle persone che fanno uso di anfetamine, una sorta di simbolismo sessuale attribuito alla siringa: alcuni fanno analogie tra la penetrazione dell’ago della siringa e quella del pene; inoltre, il fatto di farsi iniettare da un ragazzo è molto desiderato dalle ragazze.

Le persone drogate con anfetamine risultano molto abili sessualmente e hanno tendenza a vivere in grande promiscuità, tuttavia non sono pienamente soddisfatte dalla sessualità. Tendono a mettere tutto in comune, compreso il proprio corpo: una ragazza può praticare il coito con molti ragazzi in poco tempo, cinque o dieci o anche più, perché pensa che essa appartiene a tutti.

La vita però non è un’orgia perpetua: a lungo andare, le anfetamine possono provocare disturbi sessuali negli uomini, come impossibilità ad eiaculare, e nelle donne disturbi mestruali e frigidità.

Le anfetamine rappresentano in gran parte dei casi delle droghe di transito, cioè la dipendenza è tale che il drogato è costretto ad aumentare sempre più le dosi di stupefacente per ottenere gli effetti desiderati, oppure a fare ricorso a sostanze più pesanti. In effetti, la maggior parte dei soggetti che utilizzano oppiacei provengono dalle droghe considerate più leggere.

Gli oppiacei hanno generalmente effetti negativi sull’attività sessuale sia negli uomini che nelle donne, che possono anche perdere le mestruazioni.

Insorge, prima o poi, in questi soggetti un netto disinteresse per la sessualità e, in definitiva, per tutto ciò che non è la droga. L’eroinomane non chiede all’eroina un miglioramento delle proprie prestazioni sessuali, giacché ben presto succede che con il progredire dell’intossicazione peggiora nel giovane la propria potenza sessuale.

Tutti i dati della letteratura concordano in maniera inequivocabile sul fatto che quasi tutti gli eroinomani presentano una più o meno marcata compromissione dell’ efficienza sessuale.

Sembra che il maggior danno si attui a livello della funzione eiaculatoria: i soggetti possono ottenere una valida erezione , che si prolunga oltre ogni limite e che non riesce a concludersi con l’eiaculazione. Ne deriva un senso di profonda frustrazione, un’angosciosa sensazione di incapacità, uno scoraggiamento ad intraprendere qualsiasi tipo di attività sessuale.

Del resto, l’eroinomane vede progressivamente restringersi la sfera dei propri interessi, anche quelli di ordine sessuale: la sua giornata è infatti tutta impegnata nell’affannosa ricerca della droga per bucarsi. In questa situazione l’eroina diviene essa stessa un sostituto sessuale e molti eroinomani parlano della siringa dandole un’inquietante e significativa animazione. In fase di tossicomania conclamata l’eroinomane non pensa che alla droga ed essa racchiude ogni forma di piacere compreso il piacere sessuale.

La cocaina è una droga d’abuso con effetti sessuali acuti e cronici del tutto opposti: grazie alla sua azione dopaminergica, essa aumenta il desiderio e l’eccitazione mentre, parallelamente, inibisce l’ orgasmo in entrambi i sessi.

Il mito delle lunghe notti d’ amore va tuttavia ridimensionato, soprattutto dal punto di vista maschile. Infatti, per molti uomini, una lunga attività sessuale che non culmini nell’eiaculazione può essere fastidiosa e addirittura dolorosa. Alcuni di essi, invece, apprezzano questo effetto perché consente loro di prolungare il piacere ed evitare eiaculazioni precoci.

Al contrario, per le donne, che spesso hanno il problema opposto, questo fenomeno è decisamente indesiderato.

L’abuso cronico di cocaina può causare diverse disfunzioni sessuali (erettili, ecc.) dovute soprattutto ad iperprolattinemia, una condizione trattabile con bromocriptina. Il meccanismo responsabile di questo effetto non è stato ancora chiarito anche se si ritiene che esso dipenda dalla downregulation dei recettori dopaminergici ipotalamici.

La cocaina, una sostanza con note proprietà anestetiche, è talvolta usata localmente per ridurre la sensibilità del pene e prolungare l’orgasmo, soprattutto in soggetti che soffrono di eiaculazione precoce.  L’iniezione di cocaina direttamente nei corpi cavernosi può causare priapismo.

L’ ecstasy (3,4-metilendiossimetamfetamina o MDMA), come la cannabis, può aiutare a vincere la timidezza o il disagio associato ad un incontro sessuale anche se sembra accertato che essa interferisca con l’ attività sessuale riducendo il desiderio, l’ erezione, la lubrificazione vaginale, l’orgasmo e l’appagamento.

In definitiva, da questa incompleta rassegna delle droghe più importanti e più utilizzate risulta che, per la concomitanza di svariati fattori, tossicologici e psicologici, tutte le tossicomanie si accompagnano a gravi perturbamenti dell’attività sessuale.

Tragica illusione sarebbe quella di chi, avendo problematiche di ordine sessuale, pensasse di risolverle imboccando la strada della droga. Entro un periodo di tempo, che può essere più o meno lungo o più o meno breve, a seconda delle varie sostanze, il soggetto si ritroverebbe non solo con gli stessi problemi ancorché peggiorati a livello sessuale, ma anche con una situazione esistenziale oramai e per sempre gravemente e irrimediabilmente compromessa.

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